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Perché (quasi tutte) le diete falliscono

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Alla base del raggiungimento di qualsiasi obiettivo a lunga scadenza vi è la motivazione, e questo vale in tutti i campi della vita; dal lavoro, alla scuola, alla dieta. Mi permetto di fare una premessa doverosa, in questo articolo vengono considerate le persone che veramente devono perdere peso e che si trovano in una evidente condizione di sovrappeso o peggio ancora di obesità. Tutti i soggetti che ne fanno un discorso prettamente estetico e che partono con un peso assolutamente fisiologico o addirittura in leggero sottopeso, non devono seguire nessuna dieta specifica; prestare solamente un po’ di attenzione a ciò che si mangia, abbinando attività fisica e movimento con continuità durante la settimana, è già un grosso passo avanti per il mantenimento del peso corporeo.

Dare, come spesso accade, la colpa del grasso in eccesso al metabolismo lento è una delle scuse più antiche in questo campo; che il metabolismo nel trascorrere degli anni della vita tenda a diminuire questo vale per tutti, ma  possiamo intervenire su questo attraverso uno stile di vita molto più attivo. Al contempo, ridurre il quantitativo delle calorie ingerite se prima era in eccesso, è la seconda strategia che va di pari passo con la precedente. Sulla carta, tutto facile; in pratica, molto più complesso. E la sua complessità non passa dalla difficoltà di recepire il messaggio, quanto piuttosto di modificare quelle cattive abitudini che hanno portato la persona ad avere quei (parecchi) chili in eccesso.

Se al sostantivo abitudine si associa l’aggettivo cattive, motivazione e  perseveranza sono due aspetti fondamentali se si vuole veramente cambiare. Spiace deludere i sostenitori del “tutto e subito”, ma il raggiungimento dell’obiettivo richiede impegno nel lungo termine; solo così abituo il cervello e l’organismo in toto ad un peso che lentamente tende a scendere, senza che questo paradossalmente si opponga alla perdita del peso. A tal proposito è importante citare la “teoria del punto di equilibrio” o set point ipotalamico: questa ci dice che tutte le persone, grasse o magre che siano, hanno un punto di equilibrio preciso che regola massa grassa e massa magra. In sostanza l’organismo, ormai abituato da anni ad un certo peso, tenderà ad opporsi se il calo ponderale dovesse essere repentino o troppo aggressivo; è come se il corpo (il cervello) si opponesse a questa riduzione valutandola come negativa per la sua conservazione ma soprattutto per la sua omeostasi.

Abstract of the article in English

In the following article we consider the main causes that doesn’t work the diet, especially in the long run, causing the yo-yo effect (losing  weight quickly but regained it in the following months). For this reason the weight loss goal must be in the long-term, gradually dropping the weight and getting used to the body (and the hypothalamus) to a new more physiological weight. In the short term, if you look only the scale, all the diets work; for this reason the nutrition expert has the task not only to lead the patient to weight loss with intelligence, but also and above all to educate him for the future to a more appropriate diet.

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