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L’atleta come unitá psico-fisica: la gestione delle emozioni e il ruolo centrale del coach

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È fuori di dubbio, la metodologia e lo studio della preparazione atletica negli anni hanno fatto passi da gigante: gli atleti sono costantemente monitorati, e ad alto livello nulla è lasciato al caso. Mezzi e metodi di allenamento così come l’alimentazione sono personalizzati, controllo dei valori ematici e della qualità del sonno sono solo alcuni degli aspetti che vengono valutati negli atleti di vertice; ma laddove la posta in palio è alta, in quei contesti dove la pressione psicologica è importante se l’atleta non è “forte” mentalmente rischia di rendere vani tutti i suoi sforzi espressi in allenamento. Spesso ci si interroga sul perché quel determinato atleta, dotato fin da piccolo di un grande talento nella propria disciplina, non sia riuscito a fare il salto di qualità nel mondo della competizione di alto livello; al contrario, si rimane in parte stupiti nel vedere gli ottimi risultati ottenuti da uno sportivo sul quale in pochi fino a qualche anno prima avrebbero scommesso. Il più delle volte, la discriminante è nella forza psicologica.

Ma cosa s’intende per forza psicologica? Può essere concepita come la capacità da parte dell’atleta di essere focalizzato solo e soltanto sull’obiettivo, una congiunzione di energie cognitive e somatiche in grado di mettere il soggetto nelle migliori condizioni possibili prima e soprattutto durante la competizione. Significa che l’atleta non teme la competizione né tanto meno l’avversario o il pubblico; si sente sicuro dei suoi mezzi, è consapevole della posta in palio ma l’affronta in maniera lucida ed equilibrata. Essere focalizzati sul “qui e ora” prima di un grande evento (mi permetto, di qualsiasi tipologia non soltanto sportiva), è di enorme importanza affinché si possano canalizzare tutte le energie psico-fisiche verso l’evento che ci attende. Ciò non vuole assolutamente dire che l’atleta non sia “carico” emotivamente oppure che non abbia nessun livello di stress, significa al contrario che ha raggiunto quel giusto grado di attivazione che in psicologia prende il nome di eustress. Erroneamente si tende a correlare il concetto di stress con qualcosa di negativo, ma se si andasse un pochino più nello specifico si capirebbe immediatamente che è un’idea sbagliata: in situazioni di emergenza lo stress può persino salvarci la vita.

Abstract of the article in English

You can no longer discern the body from the mind; it’s at least many years that it focuses on the athletÈs psychological aspect, its ability to manage the stress resulting from the competition as well as the pressures that come from having to achieve the goal for which you train very hard. And how the individual manages his emotional side it depends either the results either the daily’s life. So a good coach in addition to being well prepared from a technical / tactical point of view, must have in his backround even notions of communication and psychology; just following this way it’s possible to achieve the best results from his athletes and even from himself.

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