Numero 18

Attività fisica e ritardo mentale in età evolutiva: evidenze scientifiche e buone prassi

Attività fisica e ritardo mentale in età evolutiva: evidenze scientifiche e buone prassi
Articolo per la rivista scientifica "Scienza e e Movimento": "Attività fisica e ritardo mentale in età evolutiva: evidenze scientifiche e buone prassi" di Raffaella Frisario
Condividi

Con il termine ritardo mentale non s’indica un’entità clinica ben definita ma solo il sintomo predominante o comunque di varie situazioni patologiche che differiscono fra loro per eziologia, caratteristiche e gravità.

Il fattore determinante di tali definizioni riguarda il deficit cognitivo, deficit che ha connotazioni globali e, relativamente, stabili nel tempo, anche se suscettibili di evoluzione sulla base delle influenze ambientali ed educative (Cottini L., 2005).

Per ritardo mentale o insufficienza mentale s’intendono tutte quelle sindromi dovute a cause organiche che hanno agito nel periodo prenatale, perinatale o postnatale, che determinano un incompleto ed insufficiente sviluppo delle capacità intellettive, tale che l’individuo presenta una limitata capacità ad adattarsi all’ambiente circostante in maniera efficiente ed armoniosa.

I ritardi nello sviluppo (psico)-motorio si caratterizzano come ritardi mentali globali semplici o associati a paralisi cerebrali e/o deficit sensoriali, visivi o uditivi, oppure si presentano come disturbi parziali della comunicazione e del comportamento, a volte al limite della normalità.

Le cause del ritardo mentale possono essere suddivise nelle seguenti categorie:

  • Cause sconosciute (75% dei casi);
  • Traumi pre e post-natali;
  • Infezioni congenite e post-natali;
  • Anomalie cromosomiche;
  • Anomalie genetiche e disturbi del metabolismo ereditari;

Cause di origine metabolica (www.kuleuven.be/thenapa/pdfs/adapt1/italy.pdf).

Le classificazioni psicometriche, come quella iniziale ufficialmente proposta dall’organizzazione mondiale della sanità nel 1954, possono dirsi ormai completamente superate, in quanto l’esclusivo esame del quoziente intellettivo (QI) non è sufficiente a fornire indicazioni circa le effettive potenzialità dell’individuo, le sue strategie cognitive, i suoi problemi relazionali, il suo grado di adattamento all’ambiente.

La classificazione dell’OMS evidenziava cinque categorie di ritardo mentale:

  • I soggetti Borderline, con QI compreso fra 70 e 80, che sono individui con capacità intellettive ai limiti della norma;
  • I ritardati mentali lievi, con QI compreso fra 50 e 70, indicati come soggetti educabili ed inseribili nel lavoro;
  • I ritardati mentali di medio grado, con QI compreso fra 30 e 50, definiti “addestrabili” in quanto in grado di raggiungere una certa autonomia se opportunamente assistiti;
  • I ritardati mentali gravi, con QI compreso fra 20 e 30, che vanno sempre aiutati e che risultano costantemente dipendenti dall’ambiente umano;

I ritardati mentali gravissimi o profondi, con QI inferiore a 20, che risultano necessitanti di sorveglianza continua.

L’articolo completo è disponibile in formato PDF.
Per scaricarlo clicca qui

Abstract of the article in English

The child with mental retardation presents a series of difficulties in the elaboration of the body scheme and the spatio-temporal relations, which results in the inability to program the movement in correct sequences to be developed in space and time. Once this pathology has been defined and classified according to the different cases and the different extent of the psycho-physical problems connected to it, let us try to discover what good practice could be adopted with those individuals affected by mental retardation.


Condividi