Numero 3

Esercizio fisico come terapia non farmacologica per il trattamento dell’ipertensione arteriosa

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L’ipertensione, cioè una pressione del sangue che si mantiene al di sopra dei valori di 120/80 mmHg, interessa almeno 60 milioni di persone negli Stati Uniti, cioè 1 adulto su 6, (Stanfield C. L. 2012), è presente nel 17% degli adulti; la sua preponderanza cresce con l’età, è maggiore negli uomini rispetto che nelle donne, nei neri rispetto ai bianchi.

Altre conseguenze possono essere a livello retinico, con la perdita della vista.

La  terapia dell’ipertensione richiede l’assunzione di diuretici, che favoriscono l’escrezione urinaria di acqua e sali, e di specifici farmaci antipertensivi, come i b-bloccanti e i calcio-antagonisti.

I b-bloccanti riducono la gittata cardiaca interferendo con la capacità dell’adrenalina di legarsi ai reccetori b-adrenergici, riducendo cosi l’effetto stimolante di questo agente sul cuore.

I bloccanti dei canali del calcio riducono il flusso di calcio attraverso la membrana plasmatica delle cellule della muscolatura liscia, riducendo cosi il tono vasomotorio ed abbassando la resistenza periferica.

Altri farmaci, gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE, Angiotensin Converting Enzyme), riducono i livelli plasmatici di angiotensina II bloccando l’enzima che catalizza la sua formazione dall’angiotensina I (Stanfield C. L. 2012).

Senza aspettare che il killer silenzioso dia segno di sé, è importante misurare la pressione arteriosa, a partire dai 20 anni, regolarmente, soprattutto se si hanno i genitori ipertesi. Per chi non ha la pressione elevata regolarmente significa non più di una volta l’anno. Esistono una serie di apparecchi che consentono di misurare la pressione con facilità, a casa propria.

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