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L’espressione e la sollecitazione della resistenza nel corso dell’età evolutiva

Rubrica: Dal Web
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Introducendo le potenzialità e le metodiche di allenamento della resistenza in età evolutiva sarà opportuno, in primo luogo, affrontare per sommi capi cosa intendiamo per resistenzae quanti tipi di resistenza è possibile individuare.

In senso generale definiamo la resistenza come: la capacità di svolgere un gesto, ovvero un lavoro muscolare (generalmente contro esigue resistenze), per il più lungo periodo di tempo possibile[1].

Anche in questo caso, parlando di carichi o resistenze, ci si riferisce a tutte le possibili interferenze che si oppongono allo svolgimento di un lavoro muscolare. Compresa l’inerzia, l’attrito, il peso corporeo, l’uso di carichi esterni ecc.

Da un punto di vista dell’impegno muscolare la resistenza può essere specifica,se richiede l’intervento di pochi gruppi muscolari, o generale,se sollecita in modo massivo o globale la muscolatura e l’organismo, con particolare riferimento all’apparato cardiocircolatorio e respiratorio.

Sotto il profilo della durata, classifichiamo la resistenza in: breve, media, lunga. La resistenza di breve durata implica un lavoro di pochi minuti (non superiori a 2), la resistenza di media durata individua un lavoro della durata massima di una decina di minuti, una resistenza di lunga durata si riferisce a lavori maggiormente prolungati.

Da un punto di vista energetico, la resistenza di breve durata fa riferimento ai sistemi anaerobici, mentre la resistenza di media e lunga durata al sistema aerobico.

Infine, se in un lavoro di resistenza in senso generale, è possibile individuare un discreto impegno nel vincere cospicue resistenze, parleremo di resistenza alla forza (o forza resistente). Se individuiamo un lavoro di resistenza caratterizzato dalla velocità di esecuzione, parleremo di resistenza alla velocità. Se oltre alla resistenza è richiesto un lavoro di velocità contro cospicue resistenze che si oppongono al lavoro stesso, parleremo di resistenza alla forza veloce.

Parlando di resistenza normalmente ci si riferisce alla resistenza generale. Potremmo perfino affermare che, salvo specificare precise caratteristiche, il termine resistenza, il termine resistenza generale, resistenza di lunga durata, e resistenza aerobica, sono comunemente utilizzati come sinonimi. A prescindere dal grado di competenza di chi utilizza questi termini.

Anche in questa sede ci riferiremo in modo prioritario, se non esclusivo, alla resistenza generale. L’abbiamo anche definita resistenza aerobica poiché, la sua espressione, è governata dal sistema aerobico di produzione energetica.

Gli elementi che la determinano sono numerosi, tra questi la distribuzione delle fibre muscolari, il massimo consumo di ossigeno (VO2max o potenza aerobica), l’efficienza degli enzimi ossidativi, l’ipertrofia cardiaca, il volume polmonare, ecc.

Concludiamo questa imprescindibile premessa sottolineando le differenze fra i termini capacità aerobica ossia la capacità di protrarre a lungo un lavoro in modalità aerobica (grande capacità aerobica significa grande resistenza) e potenza aerobica, vale a dire la massima energia acquisibile in modo aerobico. Questi due parametri non sono allenabili allo stesso modo nel corso dell’età evolutiva. Se l’incremento della resistenza aerobica è sollecitabile in una fase precoce, quello della potenza aerobica richiede tempi più maturi.

Se poi parliamo di resistenza alla velocità, intesa come resistenza anaerobica lattacida, dovremo procedere con ancora più cautela. La gestione di ripetuti lavori lattacidi è infatti mal tollerata prima dei 15/16 anni di età. E’ invece possibile fin dai 13/14 anni somministrare lavori finalizzati alla potenza lattacida (massima quantità di energia acquisibile in modalità anaerobica lattacida), a patto di proporre adeguati tempi di recupero.

L’allenamento e l’espressione della resistenza, nei bambini e negli adolescenti, segue inevitabilmente il fisiologico processo di accrescimento e maturazione dell’apparato cardiocircolatorio. Questi due parametri, efficienza cardiocircolatoria e resistenza generale, vanno di pari passo nei giovani come negli adulti. Il processo di accrescimento generale, che evidentemente coinvolge armonicamente anche gli organi interni, ottimizza e migliora l’espressione della resistenza. Così come un allenamento finalizzato alla resistenza evidenzia tutti i suoi numerosi vantaggi sul cuore e sul sistema circolatorio, tanto negli adulti che nei bambini e negli adolescenti. Miglioramenti che si manifestano in modo analogo sulla frequenza cardiaca di soggetti giovani, anche di 10 anni di età.

Non ci sono ragioni evidenti per le quali sconsigliare la pratica di attività che, proporzionalmente al grado di maturazione, e con progressivi incrementi, sollecitino la resistenza aerobica. Semmai sarà compito dell’operatore o dell’allenatore, escogitare attività che stimolino a continuare. Bambini e adolescenti accettano con difficoltà l’idea di ripetere monotonamente un lavoro che non gli entusiasmi e che non sia fonte di grande divertimento.


[1] P. De Pascalis, A scuola di fitness, 4a ed., Calzetti Mariucci

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